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43.Con la man bella a questo dir la bocca
leggiermente da lei gli fu percossa:
— Or quai — gli disse — la tua lingua sciocca
bestemmie infauste a proferir s’è mossa?
Sovra chiunque un sol capei ti tocca
cader piú tosto il rio presagio possa.
Taci, né piú ciò dir quando tu giuri,
lunge da te cosí malvagi auguri. —

44.Ciò detto, con pietoso e languid’atto
la coppia alquanto il favellar ritenne,
e versando per gli occhi il cor disfatto
pur da capo l’un l’altro a baciar venne,
come fermar col pianto e far il patto
volesser con le lagrime sollenne,
e consolando l’anime dolenti
suggellar con le labra i giuramenti.

45.Cosí le gioie e le memorie estreme
con soavi accoglienze in vari modi
vanno alternando ed iterando insieme,
e restringon piú forte i cari nodi.
Lo sconsolato Adon lagrima e geme
risaèttato il cor d’acuti chiodi.
Vener con roca e languida favella
— Non pianger — dice, e seco piange anch’ella.

46.Poi che i vezzi d’Amor cosí su ’l letto
replicati tra lor molto si sono,
ecco che pur s’arrischia il Giovinetto,
pria ch’ella parta, a dimandarle un dono.
E con tanti sospir, con tale affetto
forma de’ detti e de le voci il suono,
ch’ella tutta a quel dir s’intenerisce,
arde d’amore, e di pietá languisce.