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3.Deh come volentier terrebbe un core
farsi baleno, o divenir saetta,
pur che da l’arco poi, che scocca Amore,
fusse aventato ove il suo ben l’aspetta!
Oh quanto invidia al Sol l’aureo splendore,
che va scorrendo il Ciel con tanta fretta,
per poter con un raggio ardente e vivo
visitar l’altro Sole, ond’egli è privo!

4.Felici augelli, e fortunati vènti,
cui penne da volar diede Natura.
Beati fiumi e rivoli correnti,
che di vagar per tutto hanno ventura.
Aventurose voi stelle lucenti,
ch’ardete in fiamma dilettosa e pura;
e se cangiate pur siti e ricetti,
vi vagheggiate almen con lieti aspetti!

5.Misero quegli, a cui per alcun modo
convenga abbandonar delizia antica:
ché come o schiantar ramo, o sveller chiodo
non si può senza strepito e fatica,
cosí spezzar l’indissolubil nodo
d’un vero amante, e d’una vera amica,
se l’un da l’altro si distacca e scioglie,
non si può senza pianti, e senza doglie.

6.Ed egli a lei sospira, ed ella a lui
risponde con sospir tronchi e tremanti.
E cosí accorda gli stromenti sui
Amor con tuono egual fra sé sonanti.
Tai son le lingue mutole, con cui
favellano tra lor l’anime amanti.
Con queste care epistole furtive,
pria che giunga il partir, l’un l’altro scrive.