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207.Volto affatto non ha nero ed adusto,
né candido del tutto e colorito.
Crespo di chiome, ed è di tempie angusto,
del color d’Ethíopia imbastardito.
Ha vasto il capo e pargoletto il busto,
col difetto l’eccesso insieme unito.
Fanno quinci Erittonio, e quindi Atlante
un innesto di Nano, e di Gigante.

208.Gonfio sen, braccia lunghe, e cosce corte,
ispida barba, e peli irti e pungenti,
luci vermiglie e lagrimose e torte,
sguardi d’infausto e fiero foco ardenti,
fronte rugosa, oscure guance e smorte,
e sotto bianche labra ha biondi denti.
Armato poi le man d’acuto artiglio
ben mostra altrui, che di tal bestia è figlio.

209.Aggiunse di Natura a l’altre cose
ancor nova sciagura il caso istesso.
Quando del ventre fuor la madre espose
l’orribil peso, e si sconciò con esso,
dapoi ch’ebbe con strida aspre e rabbiose
da le viscere immonde il parto espresso,
accrebbero le serve e la nutrice
cumulo di miserie a l’infelice.

210.La balia ch’allevollo e l’aiutante
di recarglielo in braccio ebber piacere.
Raccapricciossi nel vedersi avante
quelle sembianze abominande e fiere,
svenne d’angoscia, e di terror tremante
le braccia aperse e sei lasciò cadere,
ond’ei portò da la materna poppa
un piè travolto, ed una gamba zoppa.