Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/372


175.Dice, che mentre a l’ultimo scalino
lá dove a terminar va la salita,
a piè del sacro trono, in cui d’or fino
sta de la Dea l’imagine scolpita,
al suo Nume immortai supplice e chino
chiedea di notte in qualch’affare aita,
si sentí, si trovò, né sapea come,
di quel cerchio reai cinte le chiome.

176.Lieto il buon Vecchio il Ciel ringrazia, e piove
per gran gioia dal cor lagrime pie.
Prende Barrin per mano, e ’l passo move
per le calcate e ricalcate vie,
e senza ordine alcun vassene dove
far la prova deveasi il terzo die,
né ch’esca il Sol da le contrade Eoe
attender cura, e ’l segue ogni altro Eroe.

177.Intanto vèr gli Antipodi discaccia
le pigre stelle il vincitor de l’ombra,
e ’l negro vel, che la serena faccia
di Giunon bella orribilmente ingombra,
apre co’ raggi Orientali e straccia,
e le nemiche tenebre disgombra.
Giá gli ardenti destrier, che fan ritorno,
chiamano co’ nitriti il novo giorno.

178.Or il Nunzio del Ciel, che ben veduta
la fraude avea del mentitor ladrone,
tosto d’effigie e d’abito si muta,
e nel gran Concistor conduce Adone.
Peregrina sembianza e sconosciuta
d’uom canuto e stranier finge e compone.
Quivi lo sguardo ai Giudici converse,
ed a questo parlar le labra aperse: