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371.Piacciavi tanto sol, Donna reale,
de l’alterato cor sospender l’ire,
che con clemenza a la giustizia eguale
si pieghi ad ascoltar quant’io vo’ dire.
Fate i Giudici vostri al tribunale
vosco (vi prego) e i Principi venire,
ch’io vo’ di tutti lor l’alta presenza
a proferir di me giusta sentenza. —

372.Membrando Argene che costui da morte
campolla giá, quando la serpe uccise,
non seppe in suoi rigori esser sí forte
che ciò negasse, e per udir s’assise.
Ei, raccolta che fu tutta la Corte,
a piè del trono inginocchion si mise;
tratta la spada poi de la vagina,
a lei la porse, e cominciò: — Reina,

373.sovenir ben vi dee del sacro patto
giurato a la gran Dea vendicatrice,
che colui degno sol fia d’esser fatto
de la mia Donna possessor felice,
ch’ai regio sangue avrá pria sodisfatto
col capo del figliuol del Re Fenice:
quel nemico mortai che giá diè morte
al vostro glorioso alto consorte.

374.Or a voi si conviene il giuramento
meco adempir, com’io v’adempio il dono.
Ecco che di Sidonio io vi presento
il capo, e ’l ferro in un; Sidonio io sono.
Son d’ubbidir, son di morir contento,
quando indegno appo voi sia di perdono,
che s’egli avien che di tal mano io mora,
la gloria del morire il mal ristora.