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59.La chioma che, cresciuta, il feminile
uso imitando, in fin al sen gli scende,
disciolta allor, con rozo ferro e vile
tronca quell’ór, che sovra l’ór risplende.
Poi degli stami del bel crin sottile
treccia forte e tenente attorce e stende,
quasi lubrica fune, in linea lunga,
tanto che dal balcone a terra giunga.

60.Ma Malagor, che ’n que’ mortali ardori
la nova fiamma sua serba ancor viva,
né tra l’armi e le furie oblia gli amori,
ripensando a la Vergine cattiva,
per salvarla ove salva i suoi tesori
lascia la zuffa, ed a l’albergo arriva
a punto allor che per l’aurata scala
vede che sdrucciolando in giú si cala.

61.Adon, che ’n preda de l’iniquo Duce
si trova pur, del fier destin si lagna.
Per mano il prende, e sotto dubbia luce
a la valle vicina ei l’accompagna.
In una occulta grotta indi il conduce,
che le viscere fora a la montagna,
dentro i cui penetrali ermi e riposti
i bottini piú ricchi ei tien nascosti.

62.Opra non di Natura è questa grotta,
qual de l’altre esser suol la maggior parte,
ma la man de’ ladroni esperta e dotta,
pur come naturai, cavolla ad arte.
È stretta, obliqua, e diroccata e rotta,
e nel mezo in due parti si diparte.
Scende la prima entrata oscura e bassa
fin dove a l’antro interior si passa.