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ALLEGORIA

Il travestirsi d’Adone in arnesi da Donna vuole avertirci l’abito molle della gioventú effeminata. L’esser preso da’ ladroni, il fuggire, il poi di nuovo incappare, il dar nelle mani del Selvaggio, e alla fine l’esser fatto un’altra volta prigioniero, può dimostrarci le difficoltá e i pericoli, che si attraversano al godimento della umana contentezza. La morte di Malagorre ucciso da Orgonte ci avisa il giudicio della divina giustizia, che molte volte a punire i malvagi suol servirsi del mezo degl’istessi malvagi. La caduta d’Orgonte ci dinota il fine dove va a parar la Superbia, la qual quanto piú arrogantemente presume d’opprimere altrui, tanto piú profondamente viene a precipitare. Il caso di Filauro e di Filora, che in fin dal nascimento sono accompagnati dalle sciagure, ci disegna la vita travagliata di quegl’infelici orfani, che nascono alle tribulazioni e alle miserie. L’avvenimento di Sido- nio e di Dorisbe, le cui tragiche fortune vanno a terminarsi in alleggrezze, ci rappresenta il ritratto d’un vero e leale amore, che quando non ha per semplice fine la libidine, ma è guidato dalla prudenza, e regolato dalla temperanza e dalla modestia, spesso sortisce buon successo. La severitá d’Argene, la qual pure al compassionevole oggetto de’ loro amorosi accidenti alla fine si placa e muove a pietá, ci significa il rigore del divino sdegno, il qual non può fare di non intenerirsi quando vede patire per bontá l’innocenza, o dolersi d’aver peccato per debolezza la fragilitá.