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247.V’ha l’aurea pelle che d’aver si vanta
rapita a Coleo il nobile Argonauta.
E v’ha le poma de l’Hesperia pianta,
ond’Alcide portò preda si lauta.
Le palle v’ha, che vinsero Atalanta,
pur troppo il corso ad arrestarvi incauta.
Ed havvi il ramo che sterpar dal piano
fé’ la Vecchia di Cuma al pio Troiano.

248.Vide fra l’altre pompe in un pilastro
pendere un fascio di selvaggi arnesi.
V’ha la faretra con sottile incastro
di perle riccamata, e di turchesi.
V’ha gli strali per man d’egregio mastro
di fin or lavorati insieme appesi.
N’avria (credo) non ch’altri, invidia Apollo,
né so se tale Amor la porta al collo.

249.L’arco non men de la faretra adorno
d’oro e seta ha la corda attorta insieme,
di nervo il busto, e di forbito corno
di questo capo e quel le punte estreme.
Brama Adon quelle spoglie aver intorno,
ma di Mercurio il duro annunzio teme.
Vede che de la scritta esplicatrice:

  • ’ Armi di Meleagro ” il breve dice.


250.Di tutto ciò ch’ivi raccolto ei vede,
nessuna punto aviditá l’invoglia,
si che di tante e si pregiate prede
pur una (ancor che minima) ne toglia.
Questa sola desia, perché la crede
per lui ben propria e necessaria spoglia;
ed essendo senz’arco, e senza strali,
aver non spera altronde armi mai tali.