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59.Dive fatali, e rigorosi Numi,
che sedete a filar l’umane vite,
e novo stame a chi giá chiusi ha i lumi,
per di novo spezzarlo, ancora ordite:
Cocito, e tutti voi perduti fiumi,
voi, ch’irrigate la cittá di Dite:
dolenti case, antri nemici al Sole,
aprite il passo a l’alte mie parole.
60.O Regi e voi, de le malnate genti
conoscitori ed arbitri severi,
ch’a giusti e del fallir degni tormenti
condannate gli spirti iniqui e neri:
e voi ministre ai miseri nocenti
di supplici e di strazii acerbi e fieri,
Vergini orrende, che gli Stigii lidi
fate sonar di desperati stridi:
61.e tu vecchio Nocchier, ch’altrui fai scorta
a quelle region malvage e crude,
solcando l’onda ognor livida e smorta
de la bollente e fetida palude:
e tu vorace Can, che ’n su la porta
de la gran reggia, ov’ogni mal si chiude,
perché chi v’entra piú non n’esca mai,
con tre bocche e sei luci in guardia stai:
62.se voi sovente ne’ miei sacri versi
con labra pur contaminate invoco:
se mai di sangue uman grate v’offersi
vittime impure in essecrabil loco:
se le minugia de’ bambin dispersi,
e, dal materno sen tratti di poco,
posi gli aborti in su la mensa ria,
assistete propizii a l’opra mia.
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