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82 la fortuna


103.Giacque in te la Sirena, e per te poi
sorger Virtute e fiorir Gloria io veggio.
Trono di Giove, e di pregiati Eroi
felice albergo e fortunato seggio.
Dolce mio porto, agli abitanti tuoi,
ne’ cui petti ho il mio nido, eterno io deggio.
Padre di Cigni, e lor ricovro eletto,
e de’ fratelli miei fido ricetto. —

104.Con questi encomii affettuosi Amore
del patrio fiume mio le lodi spande,
ché ’l riconosce al limpido splendore,
che fra mill’altri è segnalato e grande,
e de’ cedri fioriti al grato odore,
di cui s’intesse al crin verdi ghirlande.
Intanto ne la gelida caverna,
dove siede Nettuno, i passi interna.

103.Seggio di terso orïental cristallo
preme de’ flutti il Regnator canuto,
che da colonne d’oro e di corallo
con basi di diamante è sostenuto.
E chi d’una Testudine a cavallo,
chi d’un Delfin, chi d’un Vitel cornuto,
cento altri Dei minor, Numi vulgari,
cedono a lui la monarchia de’ mari.

106.— Non pensar che per ira — Amor gli disse — ,
Gran Padre de le cose, a te ne vegna;
ché non può Dio di pace amar le risse,
e nel petto d’Amore odio non regna.
Ma perché novamente il Ciel prefisse
impresa a l’arco mio nobile e degna,
per render l’opra agevole e spedita
di cortese favor ti cheggio aita.