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80 la fortuna


95.Belle son tutte sì, ma differenti:
altra ceruleo, ed altra ha verde il crine,
altra l’accoglie, altra lo scioglie ai venti,
altra intrecciando il va d’alghe marine;
e di manti diafani e lucenti
velan le membra pure e cristalline.
Simili al viso, ed agili e leggiadre
mostran che figlie son d’un stesso padre.

96.Pasce Protheo Pastor mandra di Foche,
Orche, Pistri, Balene ed altri mostri,
de le cui voci mormoranti e roche
fremon per tutto i cavernosi chiostri;
e le guarda, e le conta, e non son poche,
e scagliose han le terga e curvi i rostri.
Glauchi ha gli occhi lo Dio, cilestro il volto,
e di teneri giunchi il crine involto.

97.Giunto a la vasta e spazïosa Corte
stupisce Amor da tuttiquanti i lati,
poi che per cento vie, per cento porte
cento vi scorge entrar fiumi onorati,
che quindi poi con piante oblique e torte
tornan per invisibili meati
fuor del gran sen, che gli concepe e serra,
con chiare vene ad innaffiar la terra.

98.Vede l’Eufrate divisor del mondo,
che i bei cristalli suoi rompendo piange.
Vede l’original fonte profondo
del Nil, che ’l mar con sette bocche frange.
E vede in letto rilucente e biondo
del più fino metal corcarsi il Gange:
il Gange, onde trae l’or, di cui si suole
vestir quand’esce in su ’l mattino il Sole.