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68 la fortuna


47.Giunto a la sacra e glorïosa riva
che con boschi di palme illustra Idume,
dietro una cerva lieve e fuggitiva
stancando il piè, sì com’avea costume,
trovò di guardia e di governo priva,
ritratta in secco appo le salse spume,
da’ pescatori abbandonata, e carca
d’ogni arredo marin, picciola barca.

48.Ed ecco varia d’abito e di volto
strania Donna venir vede per l’onde,
c’ha su la fronte il biondo crine accolto
tutto in un globo, e quel ch’è calvo asconde.
Vermiglio e bianco il vestimento sciolto
con lieve tremolio l’aura confonde.
Lubrico è il lembo, e quasi un aër vano,
che sempre a chi lo stringe esce di mano.

49.Ne l’ampio grembo ha de la Copia il corno,
e ne la destra una volubil palla.
Fugge ratto sovente, e fa ritorno
per le liquide vie scherzando a galla.
Alato ha il piede, e più leggiera intorno
che foglia al vento, si raggira e balla;
e mentre move al ballo il piè veloce,
in sì fatto cantar scioglie la voce:

50.— Chi cerca in terra divenir beato,
goder tesori, e possedere imperi,
stenda la destra in questo crine aurato,
ma non indugi a cogliere i piaceri;
ché se si muta poi stagione e stato,
perduto ben di racquistar non speri.
Così cangia tenor l’Orbe rotante,
ne l’incostanza sua sempre costante. —