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canto quinto 295


67.Quando al fier Gerïon, quando ad Anteo
tolse il forte Campion la vita e l’alma,
quando de l’Hidra e del Leon Nemeo,
del Cinghiale e del Tauro ebbe la palma,
fu sempre a parte d’ogni suo trofeo,
né lasciar volse mai la cara salma,
seguendo pur con pronte voglie amiche
de l’invitto Signor l’alte fatiche.

68.S’armaro intanto per portar de l’oro
la ricca preda i Naviganti audaci,
del primo sprezzator d’Austro e di Coro,
quando a Coleo passò, fidi seguaci.
V’andàr di Leda i figli, andò con loro
Theseo, andovvi il Cantor de’ boschi traci;
e fra gli altri guerrier de lo stuol greco
il gran figlio d’Almena, ed Hila seco.

69.Sorse di Misia, da buon vento scòrta,
tra i verdi lidi la famosa nave,
dove ferma su l’àncora ritorta
depose de’ suoi duci il peso grave.
Procaccia qui la gioventute accorta
per l’amene campagne ombra soave.
Chi le mense apparecchia in su le sponde,
chi fa letto o sedil d’erbe e di fronde.

70.Hila dal caldo e da la sete adusto
cerca ov’empir di gelid’onda un vaso,
onde d’urna dorata il tergo onusto
colà s’imbosca, ove lo porta il caso.
Crescer l’ombre fa già del folto arbusto
il Sol, ch’ornai declina invèr l’Occaso;
ed ei per tutto spia se d’acqua sente
alcuna scaturigine cadente.