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122 il palagio d’amore


79.Può ben d’umane cose ingegno umano
talor deliberar senza periglio.
Trattar cause divine ardisce invano
senz’aiuto divin saggio consiglio.
Come dunque poss’io rozo e villano
non che le labra aprir, volgere il ciglio,
dove l’istessa ancor somma scïenza
non seppe in Ciel pronunzïar sentenza?

80.Com’esser può, che l’esquisita e piena
perfezzïon de la beltà conosca
uom, ch’oltre la caligine terrena,
tra queste verdi tenebre s’imbosca,
dov’altro mai di sua luce serena
non n’è dato mirar ch’un’ombra fosca?
Certo inabil mi sento, e mi confesso,
di tali estremi a misurar l’eccesso.

81.S’avessi a giudicar fra Toro e Toro,
o decretar fra l’una e l’altra Agnella,
discerner saprei ben forse di loro
qual si fusse il migliore, e la più bella.
Ma così belle son tutte costoro,
che distinguer non so questa da quella.
Tutte egualmente ammiro, e tutte sono
degne di laude eguale, e d’egual dono.

82.Dogliomi, che tre pomi aver vorrei,
qual è quest’un ch’a litigar l’ha mosse,
ch’allor giusto il giudicio io crederei
quando commun la lor vittoria fosse.
Aggiungo poi, che degli eterni Dei
paventar deggio pur l’ire e le posse,
poi che di questa schiera aventurosa
due son figlie di Giove, e l’altra è sposa.