Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/9


proemio xi

severa revisione a cui ho sottoposto l’opera. Se avessi trovato che qualcuno di quei fatti non sussistesse, non avrei il menomo ritegno di aggiungere la confessione di quest’errore a quella ora fatta di altri errori.

I fatti dai quali si deduce qualche teoria si possono scegliere nel passato o nel presente. Ciascuno di quei modi ha i propri pregi e i propri difetti. I fatti del presente sono spesso meglio noti, specialmente nei particolari, onde, oggettivamente, sono talvolta da preferirsi ai fatti del passato. D’altra parte, essi feriscono maggiormente le passioni, onde, soggettivamente, meno giovano; ed i fatti del passato utilmente li sostituiscono.

Chi mira a persuadere altrui che A è B deve scansare con somma cura ogni contrasto non necessario. A lui conviene necessariamente pugnare contro colui che asserisce A non essere B; ma non lo preme eguale necessità per contradire chi crede che X è Y, o che T è U. Perciò se, per dimostrare che A è B, egli può recare tanto questa come quella proposizione, a lui gioverà scegliere la proposizione ripugnante


    qualche lupo colla pelle d’agnello, che, senza in alcun modo contestare la verità dei fatti, mi biasimarono per averli riferiti. Perchè dissi il vero dei policanti che straziavano l’Italia, mi si diede taccia di aver detto male dell’Italia. Questa miseria non mi tange, e ne rido, ripetendo i versi del Boileau:

    «Qui méprise Cotin n’estime point son roi,
    Et n’a, selon Cotin, ni Dieu, ni foi, ni loi!».