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nell'osteria. 141


XV.

Tonio il gobbo.

— Vivano i suonatori!

— Bravi! bravi!

— Ehi, gobbo! presentandogli un bicchiere colmo di vino, gridava il capitano della Guardia nazionale; questo alla tua salute.

— Tante grazie, sor capitano, rispose costui avanzandosi col fratesco suo risolino, e arieggiando con la mano il saluto militare.

— Alla sua salute,... e di questi signori! e il bicchiere venne vuotato d’un fiato.

— To’ quest’altro; avanti! gli disse un ufficiale: il gobbo sbarrò tanto d’occhi, ripetendo un profondo inchino, e stese la mano.

— Obbligato, obbligatissimo a lor signori; in verità....» E si poneva la mano sul petto in atto di profonda riconoscenza.

Riempiuti due altri bicchieri, il capitano: — Su, a voi due, disse, rivolto ai compagni del gobbo. Era tempo; chè costoro cominciavano a patir evidentemente le noie d’essere lasciati in disparte.

Ma siccome il solo vino per que’ loro stomachi sarebbe forse stato troppo a disagio, l’ufficialità della Guardia dapprima e dap-