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antichità cristiane 117

di conto, ma in cui da gran tempo non è più cosa alcuna. Famosissimo è questo monumento per venir comunemente creduto del Re d’Italia Pipino. L’opinione ch’ei fabricasse la prossima Basilica, diè forse principio a tal credenza, autorizata poi da Scrittori, e ultimamente dal Coinzio (t. 6, an. 810) negli Annali dei Franchi, e dal Mabillone (t. 2, l. 27) negli Annali de’ Benedettini. Ma veramente non si ha di ciò verun fondamento, perchè Pipino morì a Milano, e l’arca nè ha, nè ebbe mai lettera o figura alcuna, per cui s’indicasse chi fosse quivi sepolto. L’iscrizione ch’or sopra l’uscio si vede fu posta non ha moli’ anni da certo buon Prete, il quale nel trasportarsi la coppa gettò ancora sotto di essa nel fondamento una lamina di piombo incisa d’alquante semplicità che potrebbero un giorno dar da fantasticare a i tardi ncpoli: il che può servir di documento per chi crede a tutto ciò che dalla terra si cava. Qual virtù abhia l’acqua che ne’ piovosi tempi cola, e gocciando dall alto trapassa nell’arca, il sapranno que’ stranieri che si son pensati di scrivere darsi essa a gli ammalali per medicina.

Non mancano altre Chiese per antichità rimarcabili. Lasciando quelle se ben mentovate d’antico, che furon trasformate allatto modernamente, e non essendo da ricordar qui tutte le iscrizioni o monumenti de bassi tempi, diremo ancora, come a dispetto degl’imbiancamenti e di tutti gl’insulti con buona mente in varj tempi fatti, si riconoscerà un gran vestigio dell’antica forma entrando in S. Lorenzo, nominala nel Ritmo e nell’iscrizion di Pacifico.