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96 | capo terzo |
Nel partire diasi un’occhiata al masso del colle, dove si posson nel tufo osservar con piacere folte macchie, e suoli interi di cappe varie, e d’altri testacei. Salendo sopra alla punta che riguarda la collina di S. Pietro, si troverà un bel punto di veduta.
S. Giovanni in valle.
Procedendo sempre per diritta via verso sera, troverà il forastiero l’antica Chiesa di S. Giovanni in valle. Nel sotterraneo di essa son due arche, o casse sepolcrali di marmo Greco, chiamate sarcofagi da gli antichi, molto hen conservate, e niente inferiori alle più belle, che nella Roma Sotterranea si veggano effigiate. Servirono per Cristiani di gran condizione e di tempo ancora Romano, o poco inferiore; ma il non esserci scolpita parola alcuna ci toglie la notizia de’ nomi loro. In fronte alla più grande, ch’è istoriata tutta, e che abbiam poc’anzi premessa (V. Tav. II, n. 1), sta nel mezo il Salvatore con volume spiegato in mano sopra un monte, da cui sgorgano quattro capi d’acqua, che figurano i quattro fiumi del Paradiso terrestre. A man dritta è S. Pietro indicato dal gallo, eli’è dietro lui sopra una colonna: a sinistra è S. Paolo con Croce in mano appoggiata su la spalla. Si rappresenta poi da una parte il fatto della Samaritana, indi un de’ miracoli del Salvatore, forse del fanciullo indemoniato; poichè se bene anche gli uomini risanati si sogliono veder di piccola statura in così fatti bassi rilevi, la clamide, ch’era abito puerile, mostra come que-