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192 dell’istoria di verona

Quinto non meno in Dione (lib. 59) ove mentova il primo Consolato, che in Gioseffo (Ant. lib. 19), ove tocca del secondo, sembra rimaner comprovato che l’uno e l’altro debbano attribuirsi all’istesso. Ora non Pomponio solamente arrivò fra’ nostri a’ primi onori. Plinio il vecchio tra gli altri ufizj, che grandissimi ottenne, come il nipote attesta (lib. 3, ep. 5), fu Prefetto d’un’Ala, Procuratore nella Spagna, e quando morì, reggeva con supremo comando 1 armata navale del Miseno. Plinio il giovane nato in Como, ma fatto Veronese per adozione, e passato nella patria e nella famiglia del zio materno, fu Console in Roma, Proconsole in Bitinia, e Tribuno della plebe, durante la qual dignità non istimò decente trattar cause, come far solea, per le ragioni che adduce scrivendo a Falcone (lib. 1, ep. 23). Il Panvinio (Aut. Ver. p. 168) fa Veronese anche Gavio Massimo Console e Prefetto del Pretorio, ma non c’è fondamento bastante per asserirlo.

Toccammo già, come una delle conseguenze della cittadinanza Romana era il poter militare ne’ corpi più nobili. Molti soldati Veronesi a varie legioni ascritti, ovvero alle coorti Pretorie ed Urbane, si veggon pero ne’ latercoli militali che abbiam ne’ marmi e in molte lapide sepolcrali. Riconosconsi facilmente, perchè a’ nomi de’ soldati uso era d’accompagnar la patria: quattro Veronesi tiene un solo prezioso frammento, trascritto già da noi nella bellissima raccolta Corsini in Firenze. Non sarebbe d’alcuna utilità il raccogliergli qui tutti, ma di due,