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136 dell’istoria di verona


Nell’anno, secondo il computo di Varrone, 713, passato Ottaviano a Roma, dopo la vittoria unitamente con Antonio riportata sopra Cassio e Bruto, a sua istanza legge fu promulgata, in virtù della quale la Gallia cisalpina fu fatta libera. Così parla Appiano (Civ. lib. 5: Κελτικὴν τὴν ἐντὸς Ἀλπεῶν ἐδόκει Καίσαρος ὀξιοῦντος αὐτόνομον ἀφιέναι) [benchè poco propriamente il termine usi d’autonoma] per significare che fu dichiarata Italia, cioè trasferita alla condizione Italica. Aggiugne che tale era già stata anche la volontà di Cesare. Qual fosse il primo effetto della libertà, spiegammo sopra, e conferma il medesimo Storico (Civ. lib. 3: τὸ ἔθνος ὅλως ἐλευθεροῦν ἡγημονίας), ove l’istesso sentimento esprimendo, narra che dopo la morte di Cesare v’era chi giudicava doversi la nostra Gallia liberare affatto da’ Presidi. Però si lagnava poi quel parzial d’Antonio, che la Gallia a lui prima assegnata si fosse fatta libera in danno suo. La ragione di questa nuova legge chiaramente si addita da Dione, ove parla del prepararsi alla guerra che poco dopo fece Ottaviano con tra Lucio Antonio fratello di Marco, e contra Fulvia moglie di esso Marc’Antonio. Dice quivi ch’egli e i suoi partigiani non solamente da Roma, e da quelle parti d’Italia ch’erano in lor podestà, raccolsero danaro, valendosi ancora delle sacre offerte e doni ch’eran ne’ tempj; ina che denaro e gente lor venne anche dalla Gallia Togata, la quale poco aωanti era stata trasferita alla condizion d’Italia, affinchè nissuno col pretesto d’esser quivi Preside po-