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Il particolare, e l’universale cambiò. Roma però fu insuperabile, fin che nella sua conservazione ebbe ognuno interesse, e fin che il nome Romano fu l’idolo del comune affetto: ma divenne fragile ad ogn’invasione, quando i Popoli si resero indifferenti, anzi avversi; e quei d’Italia singolarmente, che da tali novità furono più offesi, e ne’ quali il nervo dell’Impero, e della difesa doveva sempre consistere.

Primo effetto dell’alienazione degli animi, e principalmente degl’Italiani fu il cominciarsi tosto in Regioni così popolate, e per natura si bellicose a penuniare di Soldati; di modo che fu poi forza ricercare, ed assoldare stranieri, chiamando a nostra difesa que’ stessi barbari, che n’erano nemici nati. Massimiano, e Costanzo si servirono spesso di Goti, altri di Gepidi: Belisario d’Unni si valse per l’Italia stessa; e contro i Goti convenne finalmente chiamar in Italia i Longobardi. Con questo s’insegnarono ai Barbari tutte le strade, e gli accessi più facili, e si fecero invaghire di paese tanto più felice del loro, e si fece loro conoscere la facilità di occuparlo par la debolezza, a cui la nuova indifferenza de’ popoli l’aveva ridotto. A tal segno, e a tale penuria di gente da guerra si venne da un’età all’altra in quella stessa Italia, la quale nel sesto Seco-