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ancora più; ma non farebbe allora lo stesso effetto. Al tempo di Claudio alcuni principali della Gallia Transalpina desiderarono, e chiesero anche il gius degli onori, e l’accesso in Senato. Si opposero alcuni Senatori, come vediamo in Tacito, dicendo: bastare omai, che la Curia fosse stata invasa dagl’Insubri, e da’ Veneti, e non doversi accomunare anco agli Stranieri le insegne de’ Padri, e lo splendore de’ Magistrati. Fu allora, che l’Imperator Claudio perorando a favor de’ Galli: Ci abbiamo (disse) a pentire, che passassero qua i Balbi dalla Spagna? E gli fece alfine ottenere quanto bramavano col rappresentare in Senato per testimonio di Tacito: che da suoi antenati di Sabina origine, ed aggregati a Patrizj Romani egli appreso aveva di trasportare a Roma gli Uomini insigni ed eccellenti delle altre parti; Che rovina de’ Lacedemoni e degli Ateniesi fu l’allontanare dalle loro Repubbliche i vinti come forastieri, e salute della Romana l’esempio dato fino da Romolo, d’aver gli stessi in un giorno prima nemici, e poi Cittadini; che i loro maggiori avevano prima comunicato il Senato a molti d’ogni parte d’Italia fino all’Alpi, e fatto in modo, che non già le persone in particolare, ma le intere genti diventassero una cosa sola co’ Romani; e final-