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Non molto dopo le dedizione della Venezia a’ Romani notabil fatto occorse, del quale Tito Livio ci ha conservata la memoria. In Padova la forza di alcuni partiti fece nascer quasi un’intestina guerra, di che il loro Comune mandò per Legati notizia a Roma. Il Senato ordinò ad Emilio Lepido, che si ritrovava nella Gallia Cisalpina per occasione di guerra, di rimediare a tal disordine. Egli si portò a Padova, e come scrive l’Istorico: La venuta del Console fu la salute de’ Padovani. Narre egli ancora, che dopo di averli pacificati, non avendo che altr’operare nel paese, se ne tornò a Roma. Ecco come in Italia nè Preside nè Magistrato ordinario alcuno si mandava da’ Romani, e come lo Straordinario tanto vi dimorava solamente, quanto bastasse ad adempire la sua particolare incombenza. Apparisce da questo ancora, quanto meglio era per le Città d’essere sottoposte ai Romani, che di essere in piena balia di se stesse; il che averebbe spesso cagionato, che da se stesse si distruggessero. Padova era perduta, se vi si accendeva tal fuoco prima di essersi data ai Romani. Poche sono le Città, che siano dalla natura, e dalla fortuna state adattate a poter vivere indipendenti, È molto più utile alle Città di minor condizione, spezialmente ove i cervelli so-