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niva ciascheduna assegnata ad una Tribù, acciò che trovandosi gli uomini di questa in Roma, o venendovi a posta, non confusamente o separatamente, ma ciascheduno nella Tribù alla sua Patria assegnata si riducesse a dar voto. Il numero degli uomini era però, come ben si può credere di molte e molte migliaja, onde in aperti prati i Comizj tenevansi. I voti con tutto ciò non erano che 33, perchè il maggior numero delle palle in ciascheduna Tribù componeva l’assenso, o dissenso di quella; e restava poi decretato ciò, che a maggior numero di Tribù fosse piaciuto. Dalle antiche lapidi Romane s’impara a qual Tribù fosse ciascuna Città ascritta, perchè ognuno della sua Cittadinanza faceva pompa col mettere ne’ pubblici monumenti insieme col proprio nome quello della sua Tribù. Dalle nostre Città più vicine sappiamo però, che i Padovani erano nella Fabia, i Vicentini nella Menenia, i Veronesi nella Pobilia, Aquileja nella Velina, Concordia nella Claudia, Altino nella Scaptia, Este nella Ravilia.

Con questo sistema i Romani non solamente conseguirono d’interessar gli altri Popoli nel loro Dominio, nientemeno dei nati in Roma; ma conseguirono anche talvolta, che regioni intere si dessero spontaneamente all’Im-