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chi Storici quanto ardire, e quanta forza si vegga in picciole comunanze di genti barbare, ma la ragion è patente; di quelle Repubbliche ogn’uno era membro, e la premura era la medesima in tutti. Abbiamo da Tacito, come tra Germani, in tutte le Terre loro ciascheduno, che non apparisce inetto all’Armi, arrivato ad una giusta età le assumeva solennemente. Così nelle varie Popolazioni de’ Galli, ad ogni insulto, e per qualunque espedizione, ciascuno dava il nome, poichè si trattava dell’interesse comune, che vuol dire del proprio ancora. In questo modo ogni picciol corpo diventa grande. Questo fu il sistema, con cui si resero alla fine i Barbari padroni dell’Europa.

Ma tutto è nulla in paragone de’ Romani. I documenti più sicuri per li pubblici affari dovendosi ritrarre dagli esempj, ragion vuole, che il primo studio, ed il maggiore sia da noi fatto su la Repubblica Romana, perchè vivamente da essa si può imparare l’arte d’insignorirsi del Mondo. Quella dev’essere sopra tutte la nostra scuola. Niente di più mirabile, nè di più incredibile somministrano le Storie dell’Universo. I Romani furono da principio una raccolta di così poca gente, che non occupava, nè possedeva maggior terreno di quel