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88 | le cerimonie |
pensiero alcuno e di nulla si cura,
dorme tranquillamente.
Camilla. Io non so
che sia degli altri; ma io non ho in questo
da dolermi del mio temperamento.
Antea. Signor Massimo, i’ ho una buona nuova
da dargli.
Massimo. E qual sara?
Antea. È arrivato
il figlio di Leandro.
Massimo. Oh, mi perdoni:
io gii ho parlato ieri sera e dissemi
all’incontro, com’è parecchi giorni
che non n’ha avviso alcun.
Camilla. Ma noi l’abbiamo
veduto qui or ora.
Massimo. E potrá essere?
Antea. Cosí è senz’altro; in lui sbarcato appena
siamci a caso avvenute, e sol per lui
ci siamo trattenute in questo luogo.
Massimo. O quanto ne son lieto! Quanto m’è
caro! M’è caro per la gioia che
n’avrá Leandro, per quella ne avrá
mia nipote e per quella ancora piú
che spero ne consegua a me, troncando
ogni dilazione a’ miei contenti.
Giovane di buon’aria?
Antea. Anzi bonissima.
Nel complir non abbonda molto; ma
questo il fará col tempo.
Massimo. E sí con l’uso.
Or se non fosse che per verun conto
non debbo mai, né posso abbandonarle,
ne porterei la novella ad Aurelia.
Ma non voglio commetter mancamento.