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ATTO PRIMO

SCENA I

Polifonte e Merope.

Polifonte.   Merope, il lungo duol, l’odio, il sospetto

scaccia omai dal tuo sen; miglior destino
io giá t’annunzio, anzi ti reco. Altrui
forse tu no ’l credesti; ora a me stesso
credilo pur, ch’io mai non parlo indarno:
in consorte io t’elessi e vo’ ben tosto
che la nostra Messenia un’altra volta
sua reina ti veggia. Il bruno ammanto,
i veli e l’altre vedovili spoglie
deponi adunque e i lieti panni e i fregi
ripiglia, e i tuoi pensier nel ben presente
riconfortando omai, gli antichi affanni,
come saggia che sei, spargi d’oblio.
Merope.   O ciel, qual nuova spezie di tormento
apprestar mi vegg’io! Deh, Polifonte,
lasciami in pace, in quella pace amara
che ritrovan nel pianto gl’infelici;
lasciami in preda al mio dolor trilustre.
Polifonte.   Mira, s’ei non è ver che suol la donna
farsi una insana ambizion del pianto!