Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
68 | la merope |
Polidoro. Oh come il core
trafitto or m’hai! ben la vid’io partire
trasfigurata e di pallor mortale
giá tinta. O acerbo, o lagrimevol fine
d’una tanta reina!
KEuriso. Ma non odi
dal vicin tempio alto romor?
Polidoro. Ben parmi
d’udire alcuna cosa.
Euriso. Al certo è fatto
il colpo, e se perciò sorse tumulto,
la sorte dei miglior’ correr vo’ anch’io.
SCENA VI
Polidoro, poi Ismene.
tanti rischi e sudori Senza costei
che piú far si potrá?
Ismene. Pietosi Numi,
non ci abbandoni in questo dí la nostra
vita.
Polidoro. Oimé, figlia, ove vai? Deh ascolta.
Ismene. Vecchio, che fai tu qui? Non sai tu nulla?
Sagrificio inaudito, umano sangue,
vittima regia...
Polidoro. O destino! In qua! punto
mi traesti tu qua!
Ismene. Che hai? Tu dunque,
tu piangi Polifonte?
Polidoro. Polifonte?
Ismene. Si, Polifonte; entro il suo sangue ei giace.
Polidoro. Ma chi l’uccise?