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atto quarto | 129 |
SCENA III
Leandro e Bruno.
ch’altro diavol ci nasca; ho fatto in modo
che si fará senza d’Orazio e la
mia firma servirá per esso ancora.
In tal maniera nulla ci sará
che possa piú sconciar minestra; e s’anche
ei ci fosse, glien ho giá dette tante
per quella leggerezza, che mi penso
d’averlo messo a segno.
Bruno. Ella ha fatto
molto prudentemente a non frammettervi
tempo in mezzo; potean da un giorno all’altro
nascer diavolerie; cattive genti
non mancano e a guastare ognuno è buono.
Leandro. Ma non era per certo questo il caso
da pigliar lepri col carro; ora io credo
aver pur fatto un colpo da maestro,
tirando in casa questa donna; ch’ha
piú che non credi.
Bruno. Può entrare a sua posta,
la porta è spalancata.
Leandro. Entriam senz’altro,
che non vorrei mi stessero aspettando.
SCENA IV
Antea e Trespolo.
piú ti ringrazierei, se mi recassi
che tai nozze di nuovo si stornassero.