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xxii prefazione


sto, il piano di azione gigantesco, apparentmente irresistibile.

Non diciamo che il piano sarebbe riuscito, se, mentre esso era in pieno sviluppo, l’Italia non fosse entrata in guerra, richiamando imperiosamente forze ingenti dal centro e dall’ala destra degli eserciti austro-tedeschi; ma non è temerario affermare di aver contribuito a dissipare quella disfatta che ha sfiorato l’eroica Russia, che è stata così vicina, così imminente, che è stata la nostra angoscia per un mese, e che avrebbe forse portato con se la catastrofe del mondo latino e la schiavitù dell’Europa.

La Russia ha arginato l’avanzata nemica, resiste, contrattacca, e si riorganizza. La Francia e l’Inghilterra hanno potuto passare all’offensiva, conquistare le prime linee e attaccare le seconde linee nemiche. Sarebbe possibile questo se vi fossero cinquecentomila avversari in più sopra una fronte o sull’altra? Osservando i confortanti risultati locali della nostra stupenda lotta, che s’impone alla ammirazione del mondo, e che progredisce sempre, aspra ma sicura, da successo a successo, non dimentichiamo dunque le influenze che essa esercita sulle sorti del conflitto delle nazioni.

E non soltanto noi tratteniamo un esercito