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prefazione xxi


terreno è diventata una passività nella lotta. Anche l’immobilità assoluta potrebbe avere un valore per conseguenze lontane, su altri fronti.

Quando ai primi di settembre la controffensiva russa ha strappato settantamila prigionieri agli eserciti nemici e fermato momentaneamente i loro progressi, il ministro della guerra russo, stringendo la mano dell’attaché militare italiano che si congratulava con lui, gli avrebbe detto effusamente: «Grazie, grazie, il successo è anche vostro!» Ed era realmente anche nostro. La vittoria delineandosi in qualsiasi punto dell’immane conflitto porterebbe al raggiungimento degli obbiettivi speciali di ogni singola lotta.

Quale influenza non ha avuto la nostra guerra nella salvezza dell’esercito russo? Gli Imperi centrali avevano preparato contro la fronte orientale una offensiva destinata a schiacciare la Russia, a costringerla alla pace, ad eliminarla dal conflitto, per definire poi la guerra rapidamente sulla fronte occidentale. Fin dal marzo scorso a Bruxelles si udivano degli ufficiali dello stato maggiore tedesco prevedere per il giugno la pace generale, la pace germanica. Erano sicuri dell’annientamento degli eserciti dello Zar. Tutto era studiato, tutto era previ-