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quinto cantare 171

26.
I buon compagni a una risposta tale
Guardansi in viso; e in quel sendosi accorti
Ch’egli hanno equivocato e fatto male,
Restan quivi allibbiti e mezzi morti;
Ed alle gambe avendo messo l’ale,
Fuggon, ch’e’ par che ’l diavol se gli porti,
Con una solennissima fischiata
Di Baldone e di tutta la brigata.
27.
Adesso a Calagrillo me ne torno
Che va marciando al suon del suo strumento,
Colla dolente Psiche ognor d’attorno,
Ch’ad ogni quattro passi fa un lamento.
Ha camminato tutto quanto il giorno,
E domandato cento volte e cento
La via di Malmantile, e similmente
Di Martinazza, e se v’è di presente.
28.
Dà in un, ch’al fin la mette per la via,
Con dirle che quest’orrida befana,
Che già d’un tozzo aveva carestia
E stava come l’erba porcellana1,
In oggi ha di gran soldi in sua balía
Ed ha una casa come una dogana;
E nella corte è in grado, e giunta a segno,
Ch’ell’è il totum continens del regno.

  1. St. 28. Porcellana. Quest’erba sta terra terra. (Nota transclusa da pagina 231)