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16 giornale dell’ingegnere
dall’altro pozzo, e mentre nel fondo di un pozzo si carica, alla superficie dell’altro si discarica. La velocità precalcolata della corda si ritenne sufficiente di mezzo metro al secondo, e le pulsazioni dello stantuffo furono regolate in ragione di sessanta al minuto primo. Una piccola tromba pesca dalla vicina Romna l’aqua occorrente per alimentare la gran caldaja, e ve la spinge all’uopo. La semplice mossa d’una manetta poi basta a far cambiare direzione di moto alla macchina ed anche arrestarla; ai qual uopo concorre eziandio un potente freno applicato al volante che si fa agire colla pressione del piede mediante un giuoco di leve, il tutto ad un segnale del sorvegliante che sta in fondo alla cava.

I nuovi recipienti per alzare il fossile consistono (figura 15) in cassoni di legno robustamente ferrati di forma quadra, della lunghezza massima di metri 1,80, della larghezza di metri 1,20, e dell’altezza di metri 0,60, portati da quattro ruote di legno del diametro di metri 0,35, e grosse metri 0,10, con orlo da poter scorrere sopra piccole ruotaje di ferro. Essi sono spinti sopra una piattaforma formata da quattro travi intelajate, due delle quali portano le accennate ruotaje, e regolando la lunghezza delle funi si abbassano nei pozzi a tale profondità da riescire col loro labbro superiore a livello della soglia delle gallerie. Ivi una specie di ponticello a ribalta si abbassa sopra dei medesimi, sicchè i carriuolanti possano versarvi entro direttamente il fossile a pezzi, e la manovra del carico succeda speditissima. Ad un segnale di campanella la piattaforma si alza, e giunta all’altezza della superficie si tira fuori il recipiente carico sopra altre tratte di ruotaje fisse al suolo, spingendovi contemporaneamente sopra altro recipiente vuoto che sta pronto dalla banda opposta. E così il servizio procede con una semplicità, una speditezza ed un ordine soddisfacentissimo.

Il servizio dell’esaurimento dell’aqua venne sistemato coll’uso dei secchioni, giacchè lo sviluppo dell’aria mefitica che alza nella calda stagione i suoi micidiali miasmi fin quasi al labbro superiore dei pozzi, ne
presentava un ostacolo insormontabile all’applicazione delle trombe. Dovendo esse infatti pescare alla profondità dei 35 ai 60 metri, ed occorrendo perciò di applicare il corpo del meccanismo, ossia gli stantuffi ed i cilindri, giù nel basso dei pozzi, ne veniva la conseguenza di non poterlo ispezionare, nè ugnere, e tanto meno riparare nei casi frequenti di guasti nell’estate, epoca nella quale continua pure la necessità di tenerle di tratto in tratto in azione continuando le filtrazioni. I nostri secchioni, di cui vedesi il disegno (fig. 16), contengono poco meno di mezzo metro cubico d’aqua. Hanno il manico a guisa di staffa, applicata appena in su del centro di gravità dell’assieme con un anello al piede, tirando il quale col mezzo di un uncino si procura con tutta facilità il rovesciamento, e quindi il vuotamento quando sono alzati fuori della bocca del pozzo. Una valvula al fondo che si apre da sè, quando il secchione tocca l’aqua, e si chiude naturalmente pel peso dell’aqua stessa, quando viene alzato serve a facilitarne il riempimento. La manovra dei secchioni succede precisamente come quella dei cassoni del lignite, sicchè si possono a volontà alternare le operazioni secondo il bisogno all’uno e all’altro pozzo, o ad ambi i pozzi contemporaneamente del cavar fossile od aqua dalla miniera.

Col sussidio di questa nuova potenza poi non ci sarà impossibile di ritornare nelle vecchie cave quando avremo esaurite le presenti, vuotarle d’aqua, e tenerle asciutte per riprendervi i lavori, ed esaurire quei tesori che dovemmo abbandonarvi in causa delle intemperie di filtrazioni innanzi accennate. Ho calcolato che la lunghezza delle gallerie escavato nei cinque anni in cui si praticarono, ammonta a tremila metri. Supposte piene d’aqua nella larghezza di metri 2 e nell’altezza di metri 6, avremmo un cubo d’aqua di metri trentaseimila. Ma siccome veramente le gallerie non sono vuote che per metà, essendo pel resto ripiene degli scarti, delle terre, ecc., detto cubo d’aqua ridurrassi a soli diciottomila metri; per cui calcolata l’estrazione giornaliera di cubi centocinquanta che può ottenersi facilmente in dieci ore di lavoro, basteranno i quattro mesi estivi, epoca del-