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rasse non facciano gobbi, che i lenzuoli sieno bene stesi, e che la coperta non ciondoli nè di qua, nè di là: poi, spolvererò, servendomi, come mi ha suggerito la mamma, d’un cencio leggermente umido; così eviterò di far del polverone e d’ingoiarne! — Voglio che la mia camerina sia sempre linda!

— Lodo le tue buone disposizioni, Emilia, disse la mamma che aveva udito le ultime parole della fanciulletta. E perchè tu prenda sempre maggiore amore alla tua stanza, ho pensato di affidare alla tua buona volontà l’esecuzione d’un lavorino. Non metterti in pensiero: le lenzuola e le tende le cucirò io: tu penserai solamente alle federe, che sono le più facili ad eseguirsi. Tieni. — E la signora depose sul tavolino dell’Emilia un piccolo rotolo di tela, insieme a una federa bell’e cucita che doveva servir da mostra. — Poi uscì dalla stanza.

La bambina rimase un po’ sgomenta. Era la prima volta che la mamma le affidava un lavoro così importante. Finchè si tratta di eseguire un lavoro preparato e imbastito, tutti i santi aiutano, ma tagliare! Lì stava l’imbroglio.

L’Emilia svoltò lentamente il rotolo... e con sua grande sorpresa le cadde ai piedi un fogliolino scritto. Lo raccattò con premura e lesse: