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Vittorio Alfieri, dopo la traduzione dell’Alceste d’Euripide trovasi questa Tragedia col titolo di Alceste seconda di Euripide con uno Schiarimento in fine sulla pretesa traduzione, in cui l’autore narra di averla eseguita su di un testo greco che dopo si è smarrito.
Ben si conosce esser questa una poetica finzione, nè alcuno porrà mai in dubbio, che l’Alceste seconda non sia una composizione originale dell'immortale Alfieri.
Riputai pertanto di ommettere l’accennato Schiarimento che l’autore medesimo avrebbe forse soppresso, se vivente avesse data alla luce questa Tragedia. E tanto più volentieri a ciò mi determinai quanto che parmi, che l’anima libera e franca d’Alfieri mal dovesse tollerare anche una innocente letteraria menzogna.
Conservai però religiosamente gli asterischi ad alcuni versi in simil modo notati nel manoscritto dall’autore, che gli avrebbe forse mutati, se la morte non lo avesse immaturamente rapito.
Questa edizione non è che un saggio di quella ch’è mio desiderio d’intraprendere delle Opere tutte d’Alfieri. Sembrami che ad esso eriger dovrebbe questo monumento la riconoscenza na-