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lettera settima 73

sena, ed indovinate dove trovasi Adméto ferito a morte? Non già nel suo appartamento, ma, cosa crudele ed inaudita! egli viene anticipatamente portato nel marmoreo piramidale sepolcro degli avi suoi, dove si entra per una porticella. Non vi è anima che soccorra il povero Adméto, a riserva d’un Apollo femmina che, fatte alquante smorfie, scrive su d'una pietra a lato del sepolcro il seguente verso veramente divino:

Il Re morrà, s'altri per lui non muore;

ed eseguito questo lavoro d’incisione, se ne va saltando, e gli spettatori potete immaginarvi in qual mare di pianto se ne restino! Giunge finalmente Alceste, entra nella tomba del consorte non estinto, esce, legge l’iscrizione d’Apollo, e scrive quest altra:

Qui giace Alceste, che si die' la morte
Per dar la vita al suo fedel consorte.

Qual poesia! brava Alceste! quest’è averla fatta tenere allo stesso Apollo. Ciò fatto, Alceste leva la spada ad uno de’ suoi soldati,si ferisce, e va nella tomba da cui nel momento stesso esce Adméto sano e salvo come un pesce, ma disperato per la morte del-