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nell’alma roma 25

e corretta: gli stessi bimbi floridi ed elegantissimi: le stesse bimbe dai capelli a lunghi ricci, sulle vesti candide. Tutti snobs, è vero: ma già così affinati, così squisiti, così vibranti nel senso estetico, da intendere profondamente la beltà moderna di Roma, nelle sue strane mescolanze col passato. Solo queste donne straniere, dalla grazia esotica e, spesso, artifiziale, pare che sappiano quanto vi sia di delizioso, in una mattina d’inverno, andarsene, a piedi, lentamente, con passo ritmico, verso quella mirabile piazza di Spagna, che niuna penna di poeta ancora bene descrisse, e fermarsi a scegliere, con le dita erranti, fra i più bei fiori, i mazzolini più freschi, i fiori di cui tutta piazza di Spagna odora, e fermarsi alle belle vetrine ove l’arte antica e la moderna mettono le loro lusinghe, mentre è tutta bianca, sotto il sole, la scala della Trinità, la scala ove ascendono tutti i desiderii spirituali, la scala donde discendono tutti i sogni, la scala della Trinità, che ha le sue ore di tenerezza, di amore, di passione, sotto l’ampio cielo, sotto l’azzurro, mentre canta l’acqua della fontana arrovesciata, e la Madonna


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