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ponia, che come dissi, forma parte della Prefettura. Sono lieto di poterle dire che in tutto il Nord scorsi sintomi di moto religioso. Il protestantismo, inventato dall’uomo, porta seco l’impronta dell’uomo, invecchia come l’uomo e come le vesti fatte dall’uomo e per l’uomo. È invecchiato; i popoli sentono il bisogno di cangiarlo come si cangia una veste logora. C’è dunque gran bisogno che le Missioni si estendano, il tempo è opportuno, il frutto è maturo. Se si neglige, un cangiamento si farà egualmente adottando qualche nuova setta, assumendo qualche altro vestimento umano e vi sì soddisferanno così di nuovo per qualche tempo, i sintomi di ciò appariscono già in qualche luogo. È dunque duopo promuovere il più possibile le Missioni affinchè non si perda questa opportunità che Dio ci mostra a vantaggio della sola vera Chiesa.

Nelle carte geografiche non troppo recenti vi è precisamente al 70° lat. N. ed al fondo di un golfo direttamente sotto al Capo Nord, il nome di Altengaard. Il golfo prende il suo nome dal torrente Alten che vi mette foce. Gaard, nella lingua scandinava, significa luogo chiuso e praticabile, e si applica egualmente ad un cortile, ad un giardino od orto cintato, ad un campo assiepato, ad una pianura chiusa da alture. Il torrente Alten conduce seco nel golfo molta sabbia. Nel corso dei secoli ne riempì una parte, ed è il piano sabbioso che cinto da monti chiamasi Altengaard. Sulla sponda sinistra del torrente vi è un piccolo villaggio o riunione di capanne fatte di legno e di terra. È da notarsi che nel Nord, al disopra della Danimarca, si incontra difficilmente una casa non di legno, ed ancor più rara una casa che abbia più del pian terreno, se si eccettuano alcuni punti ove speculatori di gente più meridionale vi hanno stabilimenti mercantili. Il tetto è generalmente coperto di uno spesso strato di terra in cui vi cresce erba, e non è raro il veder animali pascolar sul tetto. Il villaggio chiamasi Elvebakken (Elve – fiume, bakken – l’ascesa; l’ascesa del fiume). Poco distante vi è una casa isolata e la più grossa del luogo. Servì già da spedale ai lepprosi in tempo che la leppra era dominante in Laponia; ma da qualche tempo era lasciata vuota e negletta. Fu comperata per la Missione, ed ivi è la stazione principale della Prefettura in Laponia. La popolazione del luogo, ed in generale in Laponia, è mista, Laponi, Normanni, Svedi, Queini, Finni, ma i due primi elementi sono predominanti. Ecco come il Lapone narra la storia della sua gente. Una volta c’erano due fratelli che vivevano insieme liberamente. Un giorno che pioveva molto non rimasero d’accordo sul modo di mettersi a sosta. Uno preferì ricoverarsi in un buco che trovò nel seno di un monte; l’altro voltò sossopra la barca, la cinse di un argine di pietre e vi si ricoverò sotto. Passato il diluvio, il primo se ne uscì a viver libero al ciel sereno come prima; l’altro raccolse sotto al suo fabbricato tetto delle alghe disseccate, se ne fece un giaciglio ed elesse continuar a vivere in tale suo fisso domicilio. Il primo divenne padre della razza Laponica; l’altro degli Scandinavi. Dagli Scandinavi uscirono poi, come si sa, i Nor-