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Pag. 232,9 - La diana, la Stella di Venere o Lucifero, eh« precede immediatamente il levarsi del Sole. Pag. 253, 13 > Ritrovato di fare, ritr. il modo di fare. Pag. 253, 14 - 11 gas, che si cominciò a usare per 1* illuminazione nei primi anni del sec. XIX. E qui s'immagina di essere nel sec. XVI, quando Copernico non aveva ancora scritto il suo De revolutionibus orbium coele- itium, pubbl. nel 1543. Pag. 255, 15 - 11 Sole i 1,278,645 volte piti grande della Verrà. Granel di sabbia la Terra è detta anche nella Ginestra, 191. Pag. 255, 28 - Cfr. pag. 250, 7 e nota relativa. Pag. 256, 27 - Su Copernico si possono vedere le parole entusiastiche scritte dal Leopardi giovinetto nella sua St. dell' astr. pag. 217. N. a Thorn, in Polonia, nel 1473; m. nel 1543. Pag. 256, 28-9 • Il cannocchiale fu inventato da Galileo pili tardi. Pag. 257,4 - Almagesto (in arabo, il grandissimo) è l’opera di Tolomeo (3° sec. d. C.) MeyaXyj auvTafo 'AaTpovo}ita< (Grande trattato di Astronomia), Sacrobosco, è il nome latinizzato dell’inglese Giovanni di Holywood (sec. XIII), autore di un compendio dell'opera di Tolomeo, rimasta famosa come testo per Io studio dell’ astronomia, De sphaera mundi. Pag. 257,6 - Alcmena, visitata da Giove (che prese le sembianze di Anfitrione) durante l’assenza del marito una notte che il dio raddoppiò di durata. Pag. 257, 7 - 11 libro del Cieza, piti volte cit. dal L. Cfr. pag. 299. Pag. 257, 30 - L’ultima delle quattro ore del giorno stabilite dai canoni per la recitazione delle preghiere dell’ ufficio o breviario. • Pag. 259, 18 - Cfr. Dia! d'Ercole e d’Atlante e Proemio. Pag. 259, 21 - Varmia (non Varnia come fu stampato erroneamente) in Polonia. Pag. 259, 25 - Notissimo detto di Archimede (111 sec. a. C.) al re Ierone, riferito da PLUTARCO, Marcello, XIV : ió{ fJLOt TtoU <TTw xat try ySv xtvàffio. Pag 261, 7 - Questi concetti erano stati svolti dal FONTENELLE, Entre- tiens, I. Pag. 263, 16 - L’aneddoto è raccontato da PLUTARCO, Cesare, XI. Pag. 263, 23 - Cic. Pro Sextio, 45 : « Quid est igitur propositum his reipublicae gubernatoribus, quod intueri et quo curam suam dirigere debeant ? Id quod praestantissimum, maximeque optabile omnibus sanis et bonis et beatis, cum dignitate otium. Hoc qui volunt omnes optimates ; qui efficiunt summi viri et conseroatores cioitatis putantur. Neque enim rerum gere