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360 — la quale sarebbe pazzia secondo la natura, e saviezza assoluta e perfetta secondo la ragione ». Pag. 250, 6 - Cfr. Storia del gen. um. pag. 15 ; A un oinc. nel pallone, 34-99. Pag. 251, 1 - Il LOSACCO (Contr. 56-7) ha ricordato in proposito una pagina del romanzo Le avventure di Saffo (1782) di ALESSANDRO VERRI, dove lo scrittore lombardo dalla magnanimità degli eroi greci e troiani celebrata da Omero trae motivo ad ammonire che « né gli eroi, né i poeti, né i musici si (ormano con le scolastiche discipline » ; proseguendo : « E tu che si spesso ti mostri nemico delle opinioni e tanto amico della libera filosofia, potresti considerare che la gloria delle città dipende dall’ amor della patria, e dalle magnanime imprese di valore; alle quali è spesso contraria la perspicacia dell’intelletto, secondo cui l’uomo preferisce i beni essenziali della vita illesa a' tumulti della gloria : laddove le opinioni inducono a preporre la utilità altrui alla propria col premio della lode ». E afferma che « la umana eccellenza non risiede nell' intelletto, ma nel cuore ; non nella persuasione, ma nelle magnanime opinioni ». C’ è analogia tra questi pensieri ■fc quelli del L., ma è pure evidente la loro differenza. IL COPERNICO. Pel significato di questo dialogo cfr. Proemio pag. XLV. L’idea di esso potè al L. esser suggerita da un luogo degli Entretiem sur la pluralità dei monda, I del FONTENELLE da lui espressamente richiamato nella sua giovanile Storia dell' astronomia (Opere Inedile, ed. Cugnoni, voi. II) pag. 218: « Copernico fu, giusta la graziosa espressione di Fontenelle e di Algarotti quell’ ardimentoso Prussiano, che fé’ man bosaa sopra gli epicicli degli antich', e, spirato da un nobile estro astronomico, dato di piglio alla terra, cacciolla lungi dal centro dell'Universo, ingiustamente usurpato; e a punirla del lungo ozio nel quale avea marcito, le addossò una gran parte di quei moti, che veniano attribuiti ai corpi celesti che ci son d’intorno ». — Con questo dialogo sarebbe*da paragonare quello della Cena delle ceneri ( 1583) di GIORDANO BRUNO, che egualmente prende le mosse dalla dottrina copernicana, ma per venire a conseguenze molto diverse da quelle del Leopardi. Il quale non doveva aver letto lo scritto del Bruno; le cui opere italiane furono raccolte e ristampate e quindi rese facilmente accessibili soltanto nel 1830 da Adolfo Wtgner, a Lipsia. Ma al Bruno, seguace di Copernico, morto sul rogo il 17 febbraio 1600, allude certamente a pag. 264,23. Pag. 252,4 - L’ora prima del giorno: secondo 1* immaginazione mitologica eh«: dava al Sole come ancelle le Ore: cfr, 0\ IDIO, Mei., Il, 113: /ungert tquoi Tllart vtloclbut imperai Horh. — 361 —