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Lascio che quello affetto che ti avevi proposto, di ritenere gli uomini dalle violenze e dalle ingiustizie, non ti e venuto fatto. Perocché quei dubbi e quelle credenze spaventano tutti gli uomini in sulle ore estreme, quando essi non sono atti a nuocere: nel corso della vita, spaventano frequentemente i buoni, i quali hanno volontà non di nuocere, ma di giovare ; spaventano le persone timide, e deboli di corpo, le quali alle violenze e alle iniquità non hanno > né la natura inclinata, né sufficiente il cuore e la mano. 1 Ma gli arditi, e i gagliardi, e quelli che poco sentono la 10 potenza della immaginativa ; in fine coloro ai quali in generalità si richiederebbe altro freno che della sola legge ; non ¡spaventano esse né tengono dal male operare : come noi veggiamo per gli esempi quotidianamente, e come la esperienza di tutti i secoli, da’ tuoi di per insino a oggi, fa 15 manifesto. Le buone leggi, e più la educazione buona, e^ la cultura de’ costumi e delle menti, conservano nella società degli uomini la giustizia e la mansuetudine: parocché gli animi dirozzati e rammorbiditi da un poco di civiltà, ed assuefatti a considerare alquanto le cose, e ad operare alcun 20 poco 1’ intendimento ; quasi di necessità e quasi sempre abboniscono dal por mano nelle persone e nel sangue dei compagni; sono per lo più alieni dal fare ad altri nocumento in qualunque modo ; e rare volte e con fatica s’inducono a correre quei pericoli che porta seco il contravvenire 25 alle leggi. Non fanno già questo buono effetto le immaginazioni minacciose, e le opinioni triste di cose fiere e spaventevoli: anzi come suol fare la moltitudine e la crudeltà dei supplizi che si usino dagli stati, cosi ancora quelle accrescono in un lato la viltà dell’ animo, in un altro la 30 ferocità; principali mimiche e pesti del consorzio umano. Ma tu hai posto ancora innanzi e promesso guiderdone ai buoni. Qual guiderdone? Uno stato che ci apparisce —