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174 — CAPITOLO SECONDO. Non ammetteva distinzione dai negozi ai trastulli; e sempre che era stato occupato in qualunque cosa, per grave che ella fosse, diceva d* essersi trastullato. Solo se talvolta 5 era stato qualche poco d’ ora senza occupazione, confessava non avere avuto in quell’ intervallo alcun passatempo. Diceva che tra i diletti più veri che abbia la nostra vita, sono quelli che nascono dalle immaginazioni false; e che i fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il 10 niente nel tutto. Assomigliava ciascuno de’ piaceri chiamati comunemente reali, a un carciofo di cui, volendo arrivare alla castagna, bisognasse prima rodere e trangugiare tutte le foglie. E soggiungeva che questi tali carciofi sono anche rarissimi; che 15 altri in gran numero se ne trovano, simili a questi nel di fuori, ma dentro senza castagna ; e che esso, potendosi difficilmente adattare e ingoiarsi le foglie, era contento per lo più di astenersi dagli uni e dagli altri. Rispondendo a uno che l’interrogò, qual fosse il peggior 20 momento della vita umana, disse : eccetto il tempo del dolore, come eziandio del timore, io per me crederei che i peggiori momenti fossero quelli del piacere: perché la speranza e la rimembranza di questi momenti, le quali 2 A traitulli, — 4 AMF di —- 7 BS che i —■ Il AMF dei — 19 A interrogò — 22 A piacere; 4 AMF di — 5*6 diceva non aver avuto alcun pauatempo in quel tratto [in quel mezzo] — 7 la vita umana —- 9 nel nulla — 12 volendo rodere e tra(nRUiiiare) — 15 altri molti — 17-18 li atteneva — 19 Qui seguiva l'ultimo capooerso di capitolo; quindi (Intendendo come numerali In ordine progressivo tulli I capai)ersi nell' attuale anello del capitolo) il N. 5, Il N. 6 il N. 4 (fmn a tlimrrebbe), il N. 7, il N. 8, il N. 9, il N. 10, il N. 4 (da E narrivi) e il N. Il — 21 io credo —