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matico — 162 - sotto la neve o la rena, a cielo aperto, e in qualunque luogo si trovano, tutti i morti, sulla mezza notte, hanno cantato come noi quella canzoncina che hai sentita. RUY. E quanto dureranno a cantare o a parlare? 5 MOR. Di cantare hanno già finito. Di parlare hanno facoltà per un quarto d’ora. Poi tornano in silenzio per insino a tanto che si compie di nuovo lo stesso anno. RUY. Se cotesto è vero, non credo che mi abbiate a rompere il sonno un’ altra volta. Parlate pure insieme libe- 10 ramente; che io me ne starò qui da parte, e vi ascolterò volentieri, per curiosità, senza disturbarvi. MOR. Non possiamo parlare altrimenti, che rispondendo a qualche persona viva. Chi non ha da replicare ai vivi, finita che ha la canzone, si accheta. 15 RUY. Mi dispiace veramente : perché m’immagino che sarebbe un gran sollazzo a sentire quello che vi direste fra voi, se poteste parlare insieme. MOR. Quando anche potessimo, non sentiresti nulla; perché non avremmo che ci dire. 20 RUY. Mille domande da farvi mi vengono in mente. Ma perché il tempo è corto, e non lascia luogo a sce- I gliere, datemi ad intendere in ristretto, che sentimenti pro- , vaste di corpo e d’ animo nel punto della morte. MOR. Del punto proprio della morte, io non me ne accorsi. 25 Gli ALTRI MORTI. Né anche noi. 1 BS e la — 4 A e • parlare ? — 6 A la facoltà — 8 AM quello 1 — 10 A liberamente, — AMF ché — A parte — 12 A altrimenti — 15 A veramente — 16 AMF »entir — 17 A voi — 18 A nulla, — 21 A corto — 25 A Morti 2 morti cantano quella canzonetta che hai «entità dianzi |questa notte cantano| — 4 Bene, ma quanto [tempo] durano a parlare e cantare — 5 MOR. M'-zz* ora »ola al più: poi — 9 un'altra notte — 16 che dirette — 19 non mpfrmmo — 23 provaste nel