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sommo, resta che tu non possi fuggire per nessun verso di non essere infelice. MAL. Né anco nei tempi che io proverò qualche diletto; perchè nessun diletto mi farà né felice né pago. Far. Nessuno veramente. 5 MAL. E però, non uguagliando il desiderio naturale della felicità che mi sta fìsso nell’ animo, non sarà vero diletto ; e in quel tempo medesimo che esso è per durare, io non lascerò di essere infelice. FAR. Non lascerai; perché negli uomini e negli altri IO viventi la privazione della felicità, quantunque senza dolore e senza sciagura alcuna, e anche nel tempo di quelli che voi chiamate piaceri, importa infelicità espressa. Mal. Tanto che dalla nascita insino alla morte, 1’ infelicità nostra non può cessare per ispazio, non che altro, 15 di un solo istante. Far. Sì: cessa, sempre che dormite senza sognare, o che vi coglie uno sfinimento o altro che v* interrompa 1* uso dei sensi. MAL. Ma non mai però mentre sentiamo la nostra 20 propria vita. FAR. Non mai. Mal. Di modo che, assolutamente parlando, il non vivere è sempre meglio del vivere. I AMF possa — 4 A diletto, — 10 A lascerai — 14 A morte — AMF la — 17 A Si — 18-19 AMF la facoltà del pensiero 1 vivissimo e sommo [sommo e perpetuo] — per nessunissimo partito — 3 Né anche nelle ore — 8 durare io — 9 d’essere — IO negli uomini [ne viventi, negli u. e n. a. animali] — 1 I quando anche è senza — 16 d — instante — 17 Si può — 18 vi — l’uso de’sensi [esercizio del pensiero] — 22 Cosi è — 23 Dun(que) [Sicché, Di modo che] — 23 è meglio