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IV. — Martirio dei SS. Padri. Fu composto nel novembre del 1822 e pubblicato a Milano «presso Antonio Fortunato Stella e Figli, MDCCCXXVI». Nei cahiers che servirono all’edizione delle Opere, l’opuscolo è cucito tra i manoscritti, senza correzioni, e non c’è che da riprodurlo testualmente, salvo che a cap. VI, 1 . 12 e 13 venuti e ricevevano furon corretti dal Moroncini sull’autogr. come evidente errore di stampa. Che allora trarre in inganno il Padre Cesari con queste contraffazioni potesse essere un piacere da meritar qualche settimana di fatica si capisce: oggi non ha piú che un interesse di curiositá erudita.

V. — Discorso sopra lo stato presente

dei costumi degl’italiani.

Ha la data del 1824. Ma il’24 — dal 19 gennaio al 13 decembre — fu occupato con tanta intensitá nelle Operette morali che, a chi guardi le date segnate a ciascuna di esse non riesce possibile indovinare quando l’abbia potuto scrivere. Certo è di dopo il 1823, perché vi è citato un passo dello Zibaldone del settembre di quest’anno. Ed è di prima del 1829, perché è citato come cosa a sé nello Zibaldone (18 aprile 1829, p. 4491). Notevole per il contenuto, è il piú trasandato nella forma di tutti gli scritti leopardiani. Mai, neppure negli scritti di filologia, era stato cosi involuto e cosi poco corretto. Edito in Scritti vari cit., pp. 282-386.

VI. — Scritti vari.

Certo il Leopardi non avrebbe pensato mai ad accogliere nelle Opere queste tracce delle sue dure fatiche per conquistarsi quel tanto di libertá che gli era necessaria; ma son gl’inconvenienti delle Opera omnia, che ne portano spesso anche dei peggiori. Infine questi sono scritti della piena maturitá e pubblicati da lui. 1. Rime di F. Petrarca. — Il Mestica crede sia del L. anche il Manifesto, che gli pare «nella sua brevitá veramente un gioiello». (Un tantin di feticismo non guasta). È la seconda parte