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pompa non si desideri. Come ho detto, non è dubbio che quella qualitá primaria di Demostene non sia strettamente affine alla pompa ; non però si può dire che questa e quella sieno tutt’uno, quando tra l’una e l’altra non ci corre cosi poco divario che sia bisogno aguzzare le ciglia per iscoprirlo, ma tanto che di primo lancio corre agli occhi di qualunque prende a paragonare con Demostene Cicerone, il quale come è, si può dire, il solo oratore latino che ci rimanga, cosi è il solo pomposo, non confacendosi la pompa allo stile dei greci: ma non tanto perch’è il solo latino, quanto perché fu il sommo, avviene che si trovi in lui quello che in nessun altro antico, col calore e col vigore e coll’ impeto quel largo e splendido ornato di parole e di sentimenti, quella ricchezza quell’ubertá quello sfoggio, quella perenne, non dirò gravitá né nobiltá, ma piú tosto altezza e maestá, quell’ampiezza, quel suono vasto e solenne, quel clamore, quel plauso, quella baldanza, quel giubilo dell’orazione: e tutto questo si vuole intendere per «pompa». Ma Demostene, piu rotto e piú aspro e piú fiero e sempre nerboruto e robustissimo, non si dá gran pensiero degli ornamenti e, purché sia gagliardo, non s’affatica d’esser magnifico; e, purché atterri e distrugga come il fulmine, non fa troppo caso dello splendore; e, purch’egli vinca colla forza, non si cura ch’altri possa combattere con piú maestá, né bada gran cosa nella palestra alla dignitá dei movimenti, sol che non gli venga manco la lena, e ancora alle volte tra la gravitá e l’energia non si fa coscienza per amore di questa di lasciar quella, e in genere non è pomposo ma veemente, nel che differisce da Cicerone; non giá che a questo manchi la veemenza, ma manca a Demostene la pompa, fi quale si potrebbe paragonare a un torrente che, dirocciando da una montagna caschi in un burraio, e di li con ispessi salti per dirupi e scheggioni vi vada voltolando. Ma Cicerone si dovrebbe rassomigliare a un fiume non meno largo e profondo e poderoso e rapido che maestoso, né meno atto a schiantare e a sommergere che a far mostra della sua gran massa d’acque, correndo fastosamente per la china delle montagne o per mezzo ai campi e rintronando del continuo le ripe. Non ignoro che questa differenza non è per maniera effetto della diversitá degl’ingegni, che non pervenga piú specialmente dalla diversitá delle nazioni, e sopra ogni cosa, dell’etá, e dall’avere Cicerone potuto leggere Demostene e Demostene non aver potuto Cicerone; né che questi cosi appunto è piú ornato di Demostene, come Virgilio piú elegante e artifizioso d’Omero