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LE SELVE ARDENTI 197

— Io non avere ancora presa mia lezione di boxe, — rispose freddamente il lord.

— Ah, no? Te no darò una io dopo, che te la ricorderai per un bel po’, milord! ― gridò il bandito.

Giorgio, che era uno degli ultimi, malgrado i salti del suo cavallo, aveva potuto ricaricare il rifle.

Anche il signor Devandel vi era riuscito, e tutti e due movevano animosamente alla riscossa.

L’orsa era già in mezzo ai cavalli e si era fermata indecisa, non sapendo quale assalire.

Quel momento bastò perchè il signor Devandel e Giorgio le piantassero nel cranio due palle.

Si resse ancora per qualche istante, poi girò su sè stessa e cadde come un masso.

I tre orsacchiotti, spaventati ed anche feriti dalle palle di rivoltella che grandinavano su di loro, vedendo anche morti i loro genitori, rinunciarono all’attacco e tornarono dentro la macchia, urlando come i maiali quando vengono uccisi per farne salami e prosciutti.

— Ecco un attacco che vale un tesoro! ― disse John, il quale era finalmente riuscito a dominare il suo mustano. ― Non so se altre persone sarebbero riuscite a cavarsela così bene e senza nessuna perdita.

Che cosa dite, Sandy-Hook? —

Il bandito non rispose. Era balzato a terra armato del rifle e si era avvicinato all’inglese sempre impassibile sul suo cavallo guardandolo con due occhi che facevano paura.

— Corpo d’un tuono! ― urlò, digrignando i denti. ― Voi non avete sparato un solo colpo, milord.

— Io non avere mai avuto paura degli orsi — rispose lord Wylmore colla sua solita flemma.

— Nemmeno dei grizly?

— No. —

Il bandito lo guardò con un stupore facile a comprendersi, ma subito la sua collera scoppiò come i suoi colpi di tuono.

— Inferno sagrato! — urlò. — Che cosa mi venite a raccontare? Mi prendete per un imbecille?

— Io non aver paura degli orsi — ripetè pacatamente l’inglese. — Io avere già lottato con loro e vinto.

— Cogli orsi grigi?

— No, erano orsi dei Pirenei.

— Dei Pirenei? Camerati, avete mai udito parlare di quel paese?