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sailles che ebbe l’approvazione del Re e dell’Accademia: così ebbe origine l'istituto nazionale de’ ciechi in Francia: e su questo sistema poi modificato da Hovve, Galt, Barbier e dal cieco Foucault fu inaugurato in Europa questo insegnamento, che ci ha mostrato nella classe di cotesti infelici dei talenti distinti, come il geografo Wissembourg, il musico Volterre, e il matematico Gambasso, per tacere d’altri.

Bensì quest’istituzione non si è diffusa quanto sarebbe a desiderarsi, e nei paesi del sud (ove più sono i ciechi) se se n eccettui l’Italia che ne possiede non pochi, specialmente a Napoli ed a Roma, si vede assai rara la carità pubblica occupata per i poveri ciechi; così la Francia coi suoi 21 mila ciechi e la Prussia coi suoi 16 mila, scarseggiano di assai.

Premesse queste notizie storiche, è curioso l’osservare come nell’Alsazia i ciechi stessi abbian provveduto con un istituto, alla disgrazia dei loro confratelli d’infortunio.

Alfonso Koechlin, colto da cecità, fondò nel Maggio 1855 a Mulhouse un Asilo per i giovani ciechi (poi trasferto a Illzach), che