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loro domandata, non ce ne abbiano portata un’altra. Ma, si come eglino largamente meritano scusa, così non dobbiamo essere incolpati noi, se cotali ragioni diligentemente esaminando, tutte ugualmente non approviamo. Imperciocché non è la mano, la quale le porge, che le ci renda pregiate, ma il peso, il colore e tutte l’altre condizioni, per cui l’oro della verità si separa dall’alchimia, dalla mondiglia e da tutte l’altre imposture. Ora, quanto le nuove o di rado vedute cose svegghiano ne’ nostri animi mara-





ripieni d’errori, che non fu uopo a confutarli imbrigarsi altri che breve tempo, poiché ebbero poco più vita che s’abbino quegli animaletti i quali in riva al fiume Ipani scrive Aristotile generarsi, che in uno stesso giorno nascono, crescono, invecchiano e muoiono. Il medesimo nostro Accademico notò, il Sole essere spesse volte d’alcune piccole macchie adombrato ed asperso; né a pena l’ebbe ad amici conferito, che un falso1 Apelle se ne volle far trovatore; ma così male colori e lineò suo disegno, che e’ fu subito conosciuto non essere l’originale, ma copia, fatta, come si dice, alla macchia e da cattiva mano. E per non andare più lungamente fuor di mio proponimento vagando, la cometa che alla fine di Novembre, poco avanti il nascer del Sole, apparve in levante, può fare ampia testimonianza di quanto poco lo scrivere ceda in prontezza al vedere, essendosi pochissimi giorni doppo sua comparsa veduti andare in volta molti e varii discorsi, manoscritti e stampati, i quali, oltre alla materia, figura, moto, luogo e cagione, anche la bramata significazione di quella, a quei che stavano in forse se maggior meraviglia o temenza prendere ne dovevano, dierono speditamente ad intendere; gli animi de’ quali contentandosi per avventura si fatti scrittori d’occupare, non anno curato che lor opre a chi le rimira con diligenza apparischino ripiene di cose mal digeste e inconsiderate.

La costoro tranquillità non voglio io in questo mio breve ragionamento, nel quale intendo delle comete favellarvi2, per verun modo disturbare3: anzi, non avendo eglino in questi loro scritti cercata, non che trovata, la verità, ma si bene per l’orme, o più tosto per l’ombre, degli altri autori camminato, se in cosa alcuna sarò loro conforme o contrario, voglio con quelli, onde traggono origine, convenire o contrastare. Ma perchè mi potrebbe esser chiesto, se io mi presumo in questi pochi mesi, da che si vide la prima volta in qua la cometa, averne perfettamente compreso sua natura ed essenza, rispondo, o Accademici, che il detto di So-

  1. «falso» è stato cancellato, e Galileo sostituì «finto»
  2. E' stato corretto, probabilmente dal revisore: «favellarvi delle comete»
  3. «disturbare» è stato corretto, probabilmente dal revisore, in «sturbare».