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intorno alle macchie solari ecc. 231

parti di tali materie, prima convertite in color nero. E più direi, che forse più accuratamente osservando le sopranominate piazzette, lucide più del resto del disco solare, si potrebbe ritrovare, quelle esser i luoghi medesimi dove poco1 avanti si fossero dissolute alcune delle macchie più grandi. Io però non intendo di asserire alcuna di queste cose per certa, nè di obbligarmi a sostenerla, non mi piacendo di mescolar le cose dubbie tra le certe e resolute.

Di qua dall’Alpi va attorno, come intendo tra non piccol numero [Opinione che le macchie siano congerie di stelle minutissime, e sue essame e refutazione.] de i filosofi peripatetici a i quali non grava il filosofare per desiderio del vero e delle sue cause (perchè altri che indifferentemente negano tutte queste novità e sene burlano, stimandole illusioni, è ormai tempo che ci burliamo di loro, e che essi restino invisibili ed inaudibili insieme), va attorno, dico, per difender l’inalterabilità del cielo2 (la quale forse Aristotele medesimo in questo secolo abbandonerebbe), una opinione conforme a questa d’Apelle, e solamente diversa, che dove egli pone per ciascuna macchia una stella sola, questi fanno le macchie congerie di molte minutissime, le quali con loro differenti movimenti aggregandosi, or in maggior copia, ora in minore, e quindi separandosi, formino e maggiori e minori macchie, e di sregolate e diversissime figure. Io, già che ho passato il segno della brevità con V. S., sì che ella è per leggere in più volte la presente lettera, mi prenderò libertà di toccare qualche particolare sopra questo punto.

Nel quale il primo concetto che mi viene in mente è, che i seguaci di questa opinione non abbino auto occasione di far molte e

6. obligarmi, s — 24. avuto, s —
  1. Da «E più direi» (lin. 1) a «dove poco» si legge, così in A come in B, su cartellini scritti di proprio pugno da Galileo e incollati su’ respettivi fogli dei codici. La lezione di A differisce da quella di B e della stampa in questo, che a lin. 3 omette solare, e a lin. 4 medesimi. La prima stesura poi di questo passo, la quale nel cod. A si legge in parte cancellata e in parte sotto il cartellino, e nel cod. B tutta sotto il cartellino, è la seguente: «E più direi, aver molte volte osservate nel disco solare alcune [nel disco solare le sopranominate, B; e sopranominate fu sostituito da Galileo ad una parola cassata] piazzette più lucide del resto; e forse, più accuratamente osservando, si potrebbe ritrovare, queste essere i luoghi dove poco».
  2. La prima stesura delle lin. 8-13, che si legge, cancellata, nel cod. A, è la seguente: «Qua ed in Roma, per quanto intendo, va attorno una opinione tra alcuni filosofi peripatetici, per difender l’inalterabilità del cielo». A questa lezione Galileo sostituì in A, su di un cartellino incollato sul margine della carta, quanto appresso: «Di qua dalle Alpi va attorno, come intendo, tra quei filosofi peripatetici ecc.», seguitando poi conforme a quel che si legge nella stampa: e così l’amanuense trascrisse anche in B; ma Galileo cancellò in B «Di qua... tra quei», e sostituì di sua mano: «Di qua... tra non piccol numero de i».